Nuovo Testamento

Le otto formelle sull’anta destra del Portone di ingresso nella chiesa del Sacro Cuore illustrano scene del Nuovo Testamento. Opera dell’artista Don Luciano Carnessali

“Non vi lascerò orfani, vi manderò lo Spirito consolatore” aveva detto Gesù. Infatti in quella mattina di Pentecoste gli Apostoli sono irrobustiti  nella Fede, la Chiesa celebra il suo giorno natalizio, la Pasqua continua con l’espansione della Parola che salva.
Dopo quel venerdì Santo, ecco riecheggiare l’alleluia della Pasqua di Resurrezione. Le due guardie del sepolcro vedono Gesù Cristo ergersi solenne come un legionario vincitore della battaglia. Cristo ha vinto la morte e sarà per tutti i credenti segno di sicura speranza
Davanti alla Croce tutti fuggono, resta Maria, la Madre di Gesù che con un gesto materno accarezza il Figlio cogliendone l’ultimo alito di vita. Due ladroni gli fanno compagnia, partecipi della stessa sorte; uno è disperato l’altro s’affida a Gesù che gli promette: “Oggi sarai con me in Paradiso”. E la sua mano, in atteggiamento di benedizione, assolve e perdona. E’ il suo ultimo atto di amore e di misericordia che si perpetuerà fino alla fine dei tempi, perché Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.

 

L’opera evangelica di Cristo sta per finire. Ormai come in una angosciosa sequenza nel cuore di Gesù si proiettano il Monte Oliveto, la Via Crucis e il Golgota. Tuttavia la sera di quell’ultimo giovedì, nell’intimità del Cenacolo, Egli dona al mondo, come memoria perenne, il grande e ineffabile Mistero Eucaristico. Forse gli Apostoli non comprendono subito questo gesto d’amore e rimangono sbalorditi e pensierosi in silenziosa meditazione
Nelle tenebre che avvolgevano gli uomini apparve una grande luce e gli angeli annunciarono: “Pace in terra agli uomini che Dio ama”. Una squallida stalla accoglie il Salvatore. Nella forza silenziosa e intima di questa Presenza anche noi siamo invitati alla meditazione, alla riflessione ed alla preghiera di lode e di ringraziamento.
Gesù crescerà in età, sapienza e, e grazia davanti a Dio ed agli uomini. A trent’anni secondo la tradizione ebraica inizia la sua professione di Maestro ed al fiume Giordano è riconosciuto dal cugino Giovanni, il Battista che lo indica come l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, mentre una voce dal cielo proclama la sua figliolanza con Dio, La gente forse non comprende, è come l’uomo seduto sulla sponda del fiume.
Uomini e donne ascoltano la parola di Gesù, molti lo seguono affascinati dalla sua bontà e dall’autorevolezza delle sue parole. Tra i primi discepoli di Gesù c’è Nataele, chiamato anche Bartolomeo, che significa “figlio dell’agricoltore”, originario di Cana di Galilea. Gesù, vedendolo disse di lui:” Ecco davvero un israelita in cui non c’è falsità”.
    Gesù Cristo è l’Uomo-Dio che lavora, prega, ama; è l’amico per eccellenza che si commuove per le sciagure umane. Davanti al grande dolore delle sorelle Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro, partecipa con il pianto e con  il miracolo della resurrezione dell’amico. Accanto, un anziano medita sulla triste realtà della morte.